
Nel 1925 la famiglia Calvino, in seguito alla
nomina del padre Mario Calvino come direttore della stazione sperimentale di
Floricoltura, torna a San Remo. Qui il giovane Calvino vivrà fino all’età di
vent’anni.
E proprio questa esperienza e la tradizione
familiare lo spingeranno, concluso il liceo, ad intraprendere studi di Agraria.
Interrotti gli studi per sottrarsi
all’arruolamento forzato, dopo l’8 Settembre del 1943 si unisce ai partigiani
della Brigata Garibaldi vivendo così in prima persona l’esperienza della
guerra. Nasce in questo contesto la sua prima opera Il sentiero dei
nidi di ragno.
Nel 1944 chiede di essere introdotto al PCI,
partito del quale diviene attivista l’anno successivo. Inizia in questo periodo
la sua attività letteraria con la pubblicazione di brevi testi su periodici e
riviste.
Nel 1947 laureatosi alla facoltà di Lettere di
Torino con una tesi su Joseph Conrad, collabora al “Politecnico” di Vittorini
ed entra a far parte della casa editrice Einaudi.
Nel 1950 è assunto definitivamente come redattore
all’Einaudi. Nella stessa Einaudi lavorerà per tutti gli anni ’50 e ’60
collaborando a diverse riviste.
Viene riconosciuto come il più originale tra i
giovani scrittori del panorama letterario Italiano in seguito alla
pubblicazione della raccolta di Racconti.
Nel 1951 compie un viaggio nell’allora Unione
Sovietica. Nello stesso anno viene pubblicato La strada di San Giovanni.
L’anno successivo pubblica Il Visconte
Dimezzato suscitando polemiche e reazioni contrastanti.
L’anno successivo ancora, il 1953, Calvino scrive
La Giornata di uno Scrutatore opera che verrà pubblicata solo
dieci anni dopo.
Nel 1956 scrive Fiabe Italiane e
successivamente a questo viene pubblicato Il Barone Rampante.
In quello stesso anno lascia il partito. Nel 1959 è la volta de Il
Cavaliere Inesistente terza opera di una trilogia che nel successivo
1960 raccoglierà, sotto il nome di I Nostri Antenati, Il
Cavaliere Inesistente, Il Barone Rampante e Il Visconte Dimezzato.
Nel 1963 pubblica Marcovaldo.
Nel 1964 si sposa a L’Avana con Esther
Judith Singer.
L’anno dopo nasce la figlia Giovanna e vengono
pubblicate Le Cosmicomiche a cui segue T con Zero
entrambi segni della sua giovanile passione per le teorie cosmologiche.
Nel 1966 muore l’amico Vittorini, l’anno seguente
si trasferisce a Parigi con la famiglia.
Nel 1972 pubblica Le Città Invisibili e
Sotto il Sole Giaguaro.
Il 1973 è l’anno del completamento de Il
Castello dei Destini Incrociati che denota il suo nuovo interesse per
i problemi legati alla semiotica e alla letteratura combinatoria.
Nel 1974 inizia a scrivere racconti sul Corriere
della Sera e poi su Repubblica, collaborazione questa che durerà fino al 1984.
Nel 1978 muore la madre, aveva novantadue anni.
Nel 1979 pubblica Se una notte d’Inverno
un Viaggiatore, romanzo che ancora una volta denota l’interesse per la
caratteristica combinatoria.
Poco dopo, nel 1980 una raccolta dei suoi Saggi
più importanti viene pubblicata con il titolo di Una Pietra Sopra
e nello stesso anno si trasferisce a Roma.
Nel 1983 pubblica Palomar, una
serie di racconti ricchi di “disillusa amarezza” e l’anno dopo presso Garzanti,
pubblica Collezione di Sabbia.
Nel 1985 poiché invitato a tenere una serie di
lezioni a Cambridge alla Haward University, prepara Lezioni Americane
che verranno pubblicate postume nel 1988.
Calvino, colpito il 6 Settembre da ictus, muore a
Castiglione di Pescaia nella notte fra il 18 e il 19.
Il sentiero dei nidi di
ragno
Nel 1946, all’indomani della Resistenza, Italo
Calvino è un giovane scrittore alle prime armi, che traspone l’esperienza della
guerra partigiana in un romanzo destinato a diventare uno dei capolavori della
letteratura dell’epoca, “Il sentiero dei nidi di ragno”.
L’approccio dell’autore alla Storia è del tutto
nuovo: il punto di vista della narrazione è quello d’un bambino, una volontaria
regressione che permette di raccontare la guerra partigiana da una lontananza
notevole e senza strumenti etici definiti, perché i bambini non hanno una
chiara coscienza del bene e del male. E’ così che Pin osserva il mondo dei
grandi, favoloso e pieno di misteri, come lo sono gli amplessi della sorella,
il suo amante che è un soldato fascista con la pistola, le riunioni nei boschi
d’uomini che sembrano mettere in scena un gioco complicato e pericoloso. E’ il
gioco della guerra, a cui Pin vuole partecipare, con la testardaggine e
l’ingenuità dei bambini, un gioco che non capisce e che smaschera con i suoi scherzi
beffardi.
Pin ha circa dieci anni, ha perso i genitori,
vive con la sorella che fa la prostituta, lavora presso la bottega di un
calzolaio mentre il padrone è in prigione e desidera piacere ai grandi, al
punto da fare una scommessa che gli costerà cara: per vincere, ruba la pistola
all’amante della sorella, la favolosa P38 e la nasconde nel suo luogo segreto,
il sentiero dei nidi di ragno che è per lui un rifugio e una “palestra” di
crudeltà. Qui vige la legge della natura selvatica e incontaminata, qui il
bambino replica ciò che vede fare ai grandi, applica il diritto del più forte
massacrando rane, ragni e grilli. La bravata della pistola conduce Pin in
prigione, e poi, in seguito all’evasione con il partigiano Lupo Rosso, nel
cuore della Resistenza, sulle montagne liguri. Qui Pin incontra un Amico, una
persona di cui finalmente si può fidare, il partigiano Cugino, un omone grande
e grosso, col suo mantello e le mani che sembrano fatte di pane, il primo a cui
svelerà il segreto sentiero dei nidi di ragno. Ironia, e crudeltà, della sorte,
sarà proprio Cugino ad essere incaricato di uccidere la sorella di Pin, spia
per i tedeschi, secondo quelle logiche della Storia incomprensibili al bambino.
Ma la certezza di aver trovato un Amico con cui condividere i propri pensieri,
un uomo altrettanto ferito, tradito dalla Storia, basta a Pin per andare
avanti.
(la
canzone dei Modena city Ramblers dedicata al romanzo)
Trilogia: I nostri antenati
La trilogia “I nostri antenati” nasce quasi per
scherzo: all'indomani del dopoguerra, Calvino si rende conto che il neorealismo
non basta più per spiegare la realtà complessa, diversificata che si va
formando ed opta per fantasia e inverisimiglianza.
E’ del 1952 "Il visconte dimezzato",
storia di Medardo di Terralba, diviso a metà da una cannonata turca. L'immagine
dell'uomo dilaniato e mutilato diviene simbolo della condizione dell'individuo
contemporaneo che, inconsapevolmente, lotta contro se stesso: come il
carpentiere Mastro Pietrochiodo, che fabbrica strumenti di tortura su ordine
del visconte. Nonostante gli dispiaccia molto che detti strumenti infliggano
pene terribili ai suoi simili, poiché non è un uomo malvagio di natura, la
passione per il proprio lavoro lo spinge a progettare e costruire macchine
sempre più feroci.
Nel 1957, l'autore si cimenta con una storia
dello stesso stampo, "Il barone rampante": collocato a conclusione
dell'opera, è senz'altro il segmento più riuscito della trilogia. Tema di fondo
della composizione è il rapporto tra la coscienza individuale ed il corso della
storia, che il barone rappresenta emblematicamente: un uomo che è maturato e
che ha il coraggio di rifiutare la tirannia appartandosi in una vita fuori dal
mondo, con una paradossale attenzione verso le opere e i dolori degli uomini.
In "Il barone rampante", Calvino dà spazio alla sua vena poetica e
crea momenti d’intenso lirismo, come nella descrizione della bellezza di un
albero visto dall'interno.
Nel 1959, l'autore scrive "Il cavaliere
inesistente" (1959), portando alle estreme conseguenze l'ispirazione
fantastica ed inverisimile: si tratta del romanzo più cervellotico della
trilogia. Agilulfo è un nobile e prode paladino che combatte strenuamente al
servizio di Carlo Magno, ma in realtà non esiste: sotto l'armatura c'è solo una
cavità di metallo. Il guerriero è inesistente perché è come un automa che
obbedisce alle regole senza porsi interrogativi, senza un proprio carattere. Il
personaggio tratteggiato da Calvino rappresenta l'individuo che si conforma ad
idee e schemi preconcetti e va avanti per inerzia: una tipologia molto diffusa,
frutto dell'alienazione del mondo moderno. La vicenda del cavaliere che non c’è
è la più negativa e completa, per contrasto, le altre due storie. Nella
trilogia assume valore di prologo; così la parabola, pur pessimistica,
dell’inadeguatezza dell’uomo e della sua incapacità di scegliere e distinguere
tra bene e male, pare lasciare uno spiraglio all’ottimismo. Dal nulla
dell’armatura vuota si giunge alla consapevolezza del barone, che, per quanto
fuori dal mondo, è comunque qualcosa.
Se una notte d'inverno un
viaggiatore
Scritto nel 1979, dopo sei anni di silenzio, “Se
una notte d’inverno un viaggiatore” è il lavoro più innovativo di Italo Calvino
che, cimentandosi con le teorie letterarie dell’epoca, costruisce una struttura
complessa e raffinata in cui si intrecciano molte storie, nella forma di un
metaromanzo ricco e vario.
Come sintetizza nella premessa (“Credete di
leggere ‘Se una notte d'inverno un viaggiatore’. E invece no.”), l’autore gioca
con il lettore trascinandolo in dieci storie diverse che s’interrompono ad ogni
capitolo, dieci incipit immaginari di romanzi che esauriscono le possibilità
dei generi letterari in cui Calvino si cala con maestria. Filo conduttore e
cornice alla narrazione, è la storia del lettore e della lettrice: incontratisi
in libreria ed entrambi incappati in questa specie di scherzo della casa
editrice, che ha pubblicato “Se una notte d’inverno un viaggiatore” con un
testo che non è quello, cercano di scoprire il mistero, di rimettere insieme il
romanzo e di mettersi insieme loro, tanto più che il lettore si è innamorato
della lettrice a prima vista.
“ ’Se una notte d’inverno un viaggiatore’ è un
romanzo sul piacere di leggere - secondo la definizione che l’autore ne ha dato
in una conferenza a Buenos Aires - protagonista è il lettore che per dieci
volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua
volontà non riesce a finire. Ho dovuto dunque scrivere l'inizio di dieci
romanzi d'autori immaginari. Tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra
loro." E il risultato è un’opera originale e perfetta, che diverte e
coinvolge dalla prima all’ultima pagina, mettendo in scena i trucchi e le
trappole della scrittura.
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